Agli studenti dico sempre che alla fine della scuola, quando si ritroveranno a scegliere, dovranno fare ciò che a ciascuno di loro piace. Ma poi mi dico: quando hai 16 o 17 anni, lo sai cosa ti piace? La scuola deve accompagnare questa scoperta.
Da quando sono alla Camera ho conosciuto tanti colleghi. Con alcuni di loro non mi sono solo conosciuto, mi sono anche riconosciuto. Insieme, oggi, possiamo permetterci più coraggio. Mi sto convincendo che se trovi i compagni di viaggio giusti, può pure succedere che il Paese alla fine lo cambi davvero.
I solitari è un ritorno a casa epico. È un romanzo su ciò che ci aspetta quando lasciamo andare tutto ciò che di importante abbiamo creduto di possedere fino a quel momento.
Per tanti anni, prima di impegnarmi in politica, ho visto come non ci sia luogo più affascinante di una burocrazia per sperimentare l’innovazione.
Questo non è un saggio, e nemmeno un libro di memorie. Non è tanto meno un libro-inchiesta, o un manuale di diritto. Ho voluto raccontare una storia. Ricostruendo in prima persona la biografia di una delle leggi più discusse degli ultimi anni.
Pagina dopo pagina riporto il lettore indietro nel tempo, dentro la mia stanza al piano nobile del Ministero dell’Istruzione, per fargli rivivere quello che per tre anni – da capo di gabinetto – ho vissuto io.
Ne “Lo Stato a nudo” ho raccontato cos’è il potere, quando per un certo periodo di tempo non ti accorgi di esserlo diventato tu. Ho raccontato quanto si possa essere forti, quando si è indipendenti; ma anche quanto si possa essere deboli, quando si finisce soli. Ho raccontato come le cose belle possano pure cominciare per caso, ma come nulla di importante finisca mai per sbaglio.
Questo è un libro fatto di carne viva, pieno di cicatrici. Non l’ho scritto per rintracciare e separare i buoni dai cattivi, perché dentro ci siamo tutti per intero – ognuno coi suoi slanci e le sue fatiche. Tutti messi a nudo.
(Bologna, 1980) Imprenditrice, ha fondato nel 2014 il Future Food Institute, nato a Bologna e con sedi oggi a San Francisco, Tokyo e Shanghai, ed è direttore esecutivo del master Food Innovation Program. Esperta di innovazione nella filiera agroalimentare e sostenibilità, è promotrice di progetti di innovazione sociale, cooperazione internazionale e programmi di alta formazione. Collabora con istituzioni governative, centri di ricerca e imprese del settore per sviluppare progetti relativi al futuro dell'alimentazione. Negli ultimi dieci anni si è concentrata sull'empowerment di giovani talenti nel settore agroalimentare. È membro dell'Action Council on Sustainability & Global Emergencies al B20 sotto presidenza italiana. Ha ideato, assieme a Carlo Giardinetti, il progetto goodaftercovid19.org.
Il mio è un mondo sempre in fermento, anzi in fermentazione! Insieme ai miei compagni di viaggio, in questi otto anni di Future Food Institute tra nutrimento, fermentazioni e rigenerazione abbiamo connesso persone e realtà di tutto il mondo costruendo un ecosistema che parte da una diversa relazione tra l'uomo e il cibo. Il cibo è vita e nutrimento, ma è pure veicolo di valori, cultura, simboli ed identità. Il cibo è socialità. Mangiare è un atto essenziale, anche se ancora per troppe persone è un gesto automatico a cui non è associato un pensiero; quando invece richiede coscienza e consapevolezza. Costruire ecosistemi internazionali non è facile, richiede tanta generosità, pazienza e uno sguardo lungo. Il nostro si è sviluppato con Living Lab pieni di iniziative a Bologna, Tokyo e in California; è composto da un'anima filantropica che vuole creare nuovi modelli di sviluppo e cultura, alimentando progetti di ricerca, promuovendo programmi formativi, diffondendo conoscenza; ed un'anima imprenditoriale che sostiene imprese, startup, e progetti innovativi capaci di generare impatti tangibili sulla salute dell'uomo e del Pianeta. Programmi didattici che coinvolgono tantissimi ragazzi, hackathon, boot camp, centinaia di Climate Shapers formati ogni anno in tutto il mondo e leader che stanno davvero guidando la transizione. Difficile non lasciarsi quotidianamente travolgere dalle emozioni, anche perché sono convinta che ci siamo messi al lavoro sulla sfida più grande della nostra èra: nutrire le persone in modo sano, avendo cura di preservare il pianeta che le accoglie. In questo contesto globale, multiculturale e multi-generazionale oggi siamo vicini a lanciare un progetto speciale: un vero e proprio Campus, a Pollica, tòpos a cui far riferimento quando si parla di ecologia e di un nuovo pensiero meridiano, modello da replicare ovunque per una prosperità vera e possibile, buona per noi e giusta per tutti gli altri. Pollica non è a caso la culla della Dieta Mediterranea: il luogo dove è stato concepito un modo di stare al mondo capace di mettere davvero in equilibrio la salute dell'uomo e la salvaguardia dell'ambiente; tutela del piacere gastronomico e difesa della biodiversità; orgoglio per la propria identità e consapevolezza di essere figli del meticciato e del continuo scambio tra culture; amore per il mare e radici fortemente piantate nel terreno. Dieta intesa quindi come stile di vita in cui il cibo, quello buono, è senza dubbio protagonista, ma non solo nella sua funzione nutrizionale e salutistica; bensì nel suo potere immenso di plasmare la qualità della vita nella sua interezza. A valle di una pandemia che ha stravolto tutti e tutto, io oggi voglio ripartire da qui, e da questo. Dalla capacità di comprendere la complessità e le infinite interconnessioni. Da quel concetto di ecologia integrale che Papa Francesco prova a spiegarci da anni, in cui tutto è connesso e in cui siamo finalmente consapevoli che ogni nostra scelta ed azione ha una implicazione su ciò che ci circonda. In questo, Pollica e il Cilento possono essere un terreno fertile dove vivere e far vivere tutto ciò e dove creare un Campus sperimentale che non abbia solo il compito di raccontare il passato, ma anche di promuovere nuovi messaggi che vedano protagonisti gli attori del territorio e quel vivere mediterraneo che li contraddistingue ospitando programmi di formazione, innovazione e sviluppo territoriale.
NOTA DELL’AUTORE Questo racconto è stato stampato in 250 copie per accompagnare due avvenimenti importanti: il 9 settembre a Roma... Read more
Nelle migliori librerie “Stiamo perdendo le nostre radici”, aveva continuato Massimo con la forchetta in mano. “E non... Read more