Direttore dell’Economist (1993-2006),
giornalista e saggista
Quando nel 2001 misi Silvio Berlusconi sulla copertina dell’Economist e dichiarammo che era unfit per guidare l’Italia, non avrei mai pensato che diciassette anni dopo sarebbe potuto tornare a governare, e che io per primo lo avrei considerato meno pericoloso di altri, come Beppe Grillo o Matteo Salvini. Allo stesso tempo, non sopporto l’idea di dover guardare alle prossime elezioni soltanto con lo specchietto retrovisore. Per questo seguirò con particolare attenzione anche qualcuno che si candida per la prima volta e che per questo sarà meno sotto le luci della ribalta.
Conosco Alessandro Fusacchia da anni. Ha avuto un impatto significativo ogni volta che ha deciso di impegnarsi in qualcosa.
Non ho dubbi che possa finire tra i leader politici di cui non solo l’Italia, ma tutta l’Europa, potrà avere maggiormente bisogno negli anni a venire.
Co-fondatore di Arduino
In questi anni ho visto Alessandro all’opera in più di un’occasione. Ha un chiaro senso delle possibilità del nostro tempo ma anche della necessità di governare gli impatti dello sviluppo tecnologico.
È il maker della cosa pubblica.
Non ho alcun dubbio: voterò per lui.
Membro del Parlamento Europeo,
Gruppo ALDE
Le prossime elezioni italiane sono importanti prima di tutto per gli italiani, ma il loro impatto sarà avvertito anche oltre frontiera. Gli italiani aiuteranno a dare forma al futuro dell’Europa. Attraverso il continente, c’è una generazione transnazionale di politici emergenti e con mentalità genuinamente europea che vogliono preservare e promuovere ulteriormente un destino comune per oltre mezzo miliardo di cittadini europei. Per noi, libertà, creazione di opportunità per tutti, e un’Europa forte in un mondo che cambia dovrebbero definire e guidare un’agenda politica comune da Amsterdam ad Alghero.
Alessandro, come nessun altro, darà un valido contributo per migliorare la vita degli italiani, e per dare forma ad un’Europa più forte dove le persone si sentano a casa.
Ambasciatore della Repubblica
d’Armenia in Italia (2013-2016)
Alessandro ha imparato che la politica è dividere, non unire: è porre una questione, decidere in cosa credere e per cosa valga la pena di essere sconfitti.
Ho la fortuna di conoscerlo da vent’anni. Gli riconosco una profonda determinazione a non arretrare mai su ciò che è davvero importante, e la resilienza che serve per non arrendersi neppure alla centesima difficoltà.
Mi riempie di felicità e fiducia sapere che si candida per entrare in Parlamento. Alessandro è un politico audace e giusto, creativo ma saggio: uno che dice ciò che pensa profondamente, non ciò che tu vuoi sentirti dire; che guarda ai prossimi dieci anni, non ai prossimi dieci mesi; un politico che vuole aprirsi al futuro degli altri, non rinchiudersi nel proprio passato. L’Italia e l’Europa hanno bisogno di politici così.
È necessario, quindi deve essere possibile!
Sottosegretario all’Ambiente, Francia
Sono molto felice che Alessandro si sia messo en marche!
Ha un’energia incredibile e idee forti su cui spero davvero che il prossimo Parlamento italiano potrà contare. Solo i conservatori e coloro che cercano voti puntando sulla paura pensano che la politica resterà ancora a lungo nazionale. Ma noi sappiamo che solo una politica autenticamente europea potrà affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Personalmente, guardo con molta attenzione a cosa potrebbe succedere in Italia il 4 marzo, e mi incoraggia molto sapere che persone di grande spessore umano e intellettuale come Alessandro saranno in prima linea, con la propria faccia e la propria credibilità, e faranno di tutto per assicurare che l’Italia non faccia pericolose retromarce ma riprenda un ruolo di guida nel processo di integrazione europea.