Una cosa che il Covid-19 ti ha tolto, ed una che invece ti ha dato?
La pandemia mi ha obbligata a fermarmi, in un momento della mia vita in cui spesso correvo senza una vera ragione. Sono una persona iperattiva, quindi in realtà corro anche adesso, pur stando ferma. Il Covid-19 mi ha fatto prendere decisioni importanti, acquisendo maggiore consapevolezza delle mie scelte, delle persone da chiamare famiglia, del luogo da chiamare casa. Mi ha tolto una buona fetta dei viaggi dalla mia agenda. Occupavano circa ¾ del mio mese, ma ha dato un significato completamente nuovo al mio attuale concetto di viaggio. Mi manca viaggiare, ma non mi manca farlo come lo facevo prima. Questo periodo assurdo mi ha inoltre permesso di riapprezzare le piccole cose, dal cielo azzurro ad una passeggiata sul lungomare al sedermi in un bar. Alla fine il Covid-19 mi ha permesso di rientrare nel luogo da cui anni fa sono fuggita, che oggi ho scelto di considerare la mia casa, e questo vale più di tutto ciò che mi ha tolto.
Il pensiero laterale più ricorrente di queste settimane?
Anche se esco ormai molto raramente, quando accade scelgo di fare lunghe passeggiate anche nei quartieri meno belli, e nonostante tutto mi sento fortunata. Penso che questa grande crisi abbia stimolato in me una grande antifragilità, un maggiore desiderio di rinascita e di impegnarmi per un bene comune che va ben oltre il mio benessere personale. Cammino, guardo le persone, penso a tutte quelle che ho incontrato nel mio costante girovagare, penso alle differenze, al perché io veda cosa che gli altri a volte non vedono e mi chiedo al contempo cosa magari gli altri vedono che invece io non scorgo ancora.
Una lezione imparata anni fa e che racconteresti ad una platea di studenti?
Mio papà nel 2006 decise di investire i risparmi di famiglia nella realizzazione di un'opera infrastrutturale che sarebbe dovuta essere di competenza del pubblico, ma che per anni di mala gestione non fu mai realizzata: il terminal portuale per l'accoglienza dei passeggeri in transito in traghetto da e per Brindisi. Mosso da un grande amore per la propria città e dal desiderio di lasciare un segno che rimanesse negli anni anche quando non ci sarebbe stato più, fece un investimento incauto che fu per anni ostacolato in quanto testimonianza dell'inefficienza del pubblico. Ho sempre criticato questa scelta, avendo anche io sofferto per le sue conseguenze, e poi anni dopo ho scelto di fare esattamente la stessa cosa, seppure in modo diverso. Cambiare le cose, combattere la logica dello zero a zero, dimostrare facendo che (quasi) tutto è possibile. Ecco: oggi ho scoperto che quel cambiamento possibile di cui tanto mi piace parlare, me lo ha insegnato lui, imprenditore onesto del Sud, in un Sud negli anni peggiori per fare questa scelta. Ora che ci penso, lo sto realizzando per la prima volta proprio adesso, mentre scrivo questa risposta.
L'ultima volta che hai riso o sorriso?
Ho la fortuna di condividere la vita, lavorare e collaborare con persone che hanno il sole dentro, e io stessa anche nei momenti più tragici cerco sempre di trovare un motivo per sdrammatizzare. Spesso anche gli incontri e le call di lavoro prevedono sorrisi e momenti di serenità e condivisione. "Work hard play hard", perché credo che non si possano portare avanti missioni impegnative e complesse come le nostre senza trovare gradevole tutto il percorso. Quindi in sintesi, e per risponderti, l'ultima volta è stata oggi durante una bella telefonata, e sono sicura che la prossima sarà a breve!
Una cosa che non hai ancora fatto ma che prima o poi farai?
Ce ne sono diverse, ho un cassetto dei sogni e una lista dei desideri abbastanza ricca, progettata e immaginata senza confini di tempo e di spazio. In realtà è in continua evoluzione, noi cambiamo e così anche le nostre esigenze. Uno di questi desideri è creare una fondazione nella mia città, che si occupi di rientro e cambiamento possibile, e guidarla grazie al sostegno, alla passione e alla dedizione delle persone speciali che ho avuto modo di incontrare da quando sono rientrata. Questo progetto è in cantiere, ci stiamo impegnando affinché sia presto realtà. Era un sogno nel cassetto da circa tre anni, oggi è molto più di un'idea e rappresenta un percorso condiviso e una nuova speranza per Brindisi. Sono emozionatissima all'idea che possa concretizzarsi, e sono anche consapevole del fatto che il "prima o poi" dipenda in realtà innanzitutto da noi, dalla nostra tenacia, dal non demoralizzarci nonostante tutto ci stia suggerendo di mollare. Prima o poi Brindisi rappresenterà un modello a cui ispirarsi, e lo sarà grazie a tutti gli occhi che io vedo brillare ogni giorno e ai tanti che ancora non ho scoperto ma che sono là fuori, e che mi ispirano quotidianamente.
La foto scelta da Emma: un'assemblea pubblica dell'Amministrazione comunale di Brindisi (pre-pandemica).