Il rischio c'è, che l'AGCOM non controlli solo se qualche canale Telegram "one to many"(per capirci, quelli a cui sono iscritti migliaia di persone) diffonda un articolo di giornale o altro materiale tutelato dal diritto d'autore, ma che si metta anche a sbirciare nelle nostre corrispondenze private, come le chat di Whatsapp che tutti abbiamo, per vedere se magari abbiamo condiviso lo stesso articolo con un amico.
Provate a pensare per un attimo se ciò accadesse davvero. Ecco: il rischio è reale, e serve un chiarimento inequivoco subito.
Per fortuna abbiamo sempre l'articolo 15 della Costituzione, che parla di inviolabilità della corrispondenza, che da tempo non è più soltanto ciò che ci arriva nella buca della lettere!
Abbiamo scritto così una lettera al Presidente del Consiglio, per attirare la sua attenzione su questo tema delicatissimo. Il quotidiano Domani ha ospitato oggi l'editoriale dei firmatari della lettera: le colleghe e i colleghi Alessandra Carbonaro, Paolo Lattanzio ,Rossella Muroni ,Erasmo Palazzotto , Lia Lia Quartapelle; Fabrizio Barca , coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità; Giulio De Petra, direttore del Centro Riforma Stato; Patrizia Feletig, presidente di Copernicani; Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.
Ringrazio Luca Bolognini, presidente dell' Istituto Italiano per la Privacy - IIP, che non solo ha firmato la lettera ma ha il merito di avere per primo attirato la nostra attenzione sulla questione.