«Presidente Conte, ho trovato utili i chiarimenti che ha fornito sulle implicazioni della proroga dello stato di emergenza. Ha ricordato che dal primo agosto non torneremo in lockdown, ma ci lasciamo la possibilità di usare strumenti per affrontare la dimensione sanitaria e ripristinare velocemente e progressivamente la normalità. È molto importante, però, che alla proroga dello stato di emergenza corrispondano adesso decisioni non più solo emergenziali.
Prima cosa: negli ultimi mesi tantissime italiane e italiani sono finiti in apnea. Il governo ha fatto un ricorso massiccio a bombole di ossigeno per permettere a tutti di respirare e comprare tempo. Adesso, Presidente, è ora di aiutare queste persone a tornare in superficie, a rimettere la testa fuori dall'acqua, a riemergere. Diamo anche questo significato di "emersione" alla proroga dello stato di emergenza.
Seconda cosa: serve uno sforzo per ristabilire un corretto ordine di priorità. Le faccio un esempio solo: la scuola, di cui ha parlato anche Lei nel suo intervento qui oggi.
Ho detto ieri alla ministra Azzolina, proprio in quest'Aula, di non assecondare chi ha fatto partire un conto alla rovescia verso il 14 settembre. Perché avremo disagi nelle scuole, è inevitabile. Perché non riapriremo per bene tutto in un giorno, e neppure tutto in una settimana. Le ho raccomandato di lavorare da subito ad un'idea di scuola su cui mobilitare le famiglie, che faccia capire che tutto questo sforzo, Presidente, non è solo per riaprire le scuole che avevamo prima del Covid-19. Ma per ammodernarle e farne strumento di emancipazione e mobilità sociale. A lei però, presidente Conte, chiedo un segnale in più, specifico e chiaro: il 20 e 21 settembre non si voti nelle scuole.
Con molti colleghi di Camera e Senato abbiamo scritto alla ministra Lamorgese. So che è difficile e complesso, ma so che potete farlo. Soprattutto, so quale messaggio passerebbe: non richiudiamo le scuole quando ancora non avremo finito di riaprirle; risparmiamo alle studentesse e agli studenti un disagio non necessario. Lei, Presidente, e con lei tutto il Governo, diventerebbe drammaticamente credibile quando ripete e ripeterà che la scuola e il futuro dei nostri studenti non è una priorità, bensì LA priorità. Prima la scuola e poi tutto il resto, comprese le elezioni. »