Raffaele Mauro

(Chieti 1980) È appassionato di tecnologia, finanza, e geopolitica. Ha un background professionale nel settore del venture capital ed è da poco diventato il Managing Director di Endeavor Italia. Ha conseguito un Master ad Harvard, specializzandosi in policy-making e finanza internazionale, e un Ph.D. alla Bocconi. Ha esplorato il futuro con la Singularity University dentro una base della NASA. Curioso di professione, è sempre alla ricerca di idee non-convenzionali e menti creative.

Qualcosa di particolarmente emozionante a cui stai lavorando adesso?

Mi sto impegnando in un progetto pieno di sfide: il lancio di Endeavor in Italia. Si tratta di un’organizzazione che aiuta le imprese ad elevato tasso di crescita ad accedere a capitali, talento e mercati su scala internazionale. Endeavor ha il suo quartier generale a New York ed è presente in 27 paesi. Ogni ufficio seleziona e sostiene una rete di imprese al fine di far crescere gli ecosistemi dell’innovazione in diverse aree del mondo. In Italia siamo partiti da poco, e in queste settimane stiamo selezionando aziende da far entrare nella rete globale di Endeavor per poi assisterle nei processi di espansione e fundraising.

 

L'esperienza più interessante che hai fatto negli ultimi anni?

Probabilmente l’immersione intellettuale nella nuova onda di ricerca sulle tecnologie di decentralizzazione come la blockchain e le criptovalute. È stato fantastico poter seguire lo sviluppo di un nuovo paradigma tecnologico dalla fase embrionale — diciamo underground — fino alla sua emersione. Una discontinuità nell’infrastruttura di internet dotata di innumerevoli potenzialità generative e di grande impatto socio-economico. Se poi parliamo di esperienze fisiche, direi i due periodi passati negli Stati Uniti, ad Harvard e alla Singularity University.

 

Una lezione che hai imparato e che racconteresti ad una platea di studenti?

Seguire il motto “high ambition with low ego”. L’ambizione ha il ruolo di carburante: porsi obiettivi non immediati e non evidenti consente di trovare dentro di sé, e di tirare fuori, l’energia che serve per conseguirli. Il basso ego consente di trovare la strada giusta: ti permette di riconoscere il talento degli altri, e ti insegna che le informazioni più preziose si nascondono spesso negli interstizi. L’oro si trova nei contatti “deboli” fuori dalla nostra cerchia primaria di conoscenti, nelle connessioni tra discipline apparentemente sconnesse, nei nostri errori quando ci confrontiamo con la realtà. Tutte queste cose diventano visibili solo se si impara a gestire il proprio ego. 

 

Una cosa che non hai ancora fatto ma che prima o poi farai?

Creare o guidare una nuova istituzione accademica.

 

Una persona che conosci bene e con una storia assolutamente da non perdere?

Federico Parietti. Sta concludendo il dottorato in Robotica presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston. È un ingegnere, ex allievo del Collegio di Milano, imprenditore nel sangue. In passato abbiamo partecipato assieme ai due programmi di incubazione di Harvard e MIT. Federico ha una grande intelligenza combinata ad entusiasmo e a quella capacità rara che consiste nel saper fare accadere le cose. Ha lavorato su diverse tecnologie di frontiera, dalle braccia robotiche fino ai sensori elettromiografici per la wearable technology. E sta lanciando adesso PharmaCube, una società con grandissimo potenziale che ha sviluppato tecnologia per stampa 3D di pillole personalizzabili, con utilizzo immediato nel mercato degli integratori nutrizionali e in futuro in quello farmaceutico. 

7 maggio 2016