Anna Laura Orrico

(Cosenza, 1980) Sottosegretaria di Stato ai Beni e alle attività culturali dal settembre 2019, è calabrese di Cosenza ma cittadina del mondo. Dopo l'università e un master in Europroject Management, inizia a lavorare lontano dalla sua terra, tra l'altro nell'Africa dei Grandi Laghi dove si occupa di cooperazione internazionale. A 28 anni torna in Calabria per raccogliere la sfida, umana prima ancora che professionale, di invertire luoghi comuni e trend che vedono la sua regione relegata in fondo alle classifiche economiche e sociali, guidata dalla stella polare dell'impegno civile. Diventa imprenditrice dell'innovazione sociale e digitale, occupandosi di progettazione nazionale ed internazionale, creando connessioni e partenariati tra persone, associazioni e aziende, per poi co-fondare Talent Garden Cosenza, il primo spazio di coworking in Calabria dedicato all'innovazione digitale. È una project manager del cambiamento, attenta a ciò che nel mondo e nel mercato si muove sul piano dell'innovazione sociale, culturale e tecnologica. Nel 2018 si candida con il MoVimento 5 Stelle e viene eletta alla Camera dei deputati.

Qualcosa di particolarmente emozionante a cui stai lavorando?

In questi mesi ho lavorato ad un progetto sulla digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, puntando sul protagonismo dei giovani quale anello di congiunzione tra cultura e nuove tecnologie. Il progetto, che avrà come capofila il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, coinvolgerà anche il Ministero dell'istruzione, il Ministero delle politiche giovanili e il Ministero per l'innovazione. L'obiettivo è costruire la prima grande piattaforma per facilitare la co-creazione di contenuti culturali in digitale sfruttando il linguaggio del cinema e dell'audiovisivo, nonché di altre forme d'arte come ad esempio il fumetto, per raccontare l'Italia dei beni culturali disseminati nei nostri territori, uscendo dalla logica del grande e piccolo attrattore culturale ma puntando sulla caratteristica principale del nostro Paese: la diffusione capillare del patrimonio culturale materiale e immateriale. Una piattaforma leggera e agile, non il prossimo strumento fintamente moderno che il settore pubblico sforna. È una scommessa, lo so. Come lo è stata la scelta dei protagonisti di questo racconto, che saranno i giovani under 18, che potranno mettersi a sperimentare nuovi linguaggi e tecnologie per rappresentare la cultura del proprio territorio, imparando così nuove competenze e avvicinandosi a nuove professionalità che mettono insieme conoscenze umanistiche con quelle altamente tecnologiche. È fondamentale affidare il patrimonio culturale alla sensibilità dei più giovani, dobbiamo investire sull'istruzione e la formazione delle giovani generazioni perché solo così avremo un'Italia del futuro dove cultura, bellezza, paesaggio e creatività saranno al centro della crescita economica e sociale. È il progetto giusto per un Paese che si appresta ad investire sui giovani, ed è un progetto che nasce dall'ascolto di tante importanti realtà italiane che lavorano da sempre con i giovani e la cultura.

 

Una cosa che il Covid-19 ti ha tolto, ed una che invece ti ha dato?

La pandemia che stiamo vivendo mi ha tolto la possibilità di viaggiare e, dunque, di entrare in contatto con le tantissime realtà innovative che lavorano per fare impresa e per migliorare la vita di tutti. Fare un'esperienza al governo di questo Paese durante l'emergenza sanitaria mi ha dato – seppure da remoto – la possibilità di ascoltare in un lasso di tempo brevissimo le istanze di tante categorie sociali e produttive, e certamente ha dato a tutti la possibilità di gettare il cuore oltre l'ostacolo provando a superare la diversità di opinioni per convergere verso l'obiettivo comune di salvare vite umane sia sul piano sanitario, sia su quello psicologico ed economico.
È innegabile che quanto stiamo vivendo lascerà il segno in ognuno di noi, e credo che la perdita più importante siano gli abbracci delle persone care. Si sta generando una frattura nelle relazioni interpersonali e dovremo fare di tutto affinché non si consumi uno strappo definitivo verso quello spirito di umanità che proprio oggi e per il futuro diventa centrale nel far ripartire con il piede giusto la nostra comunità nazionale. In questo percorso di ripresa credo che la cultura giochi un ruolo imprescindibile, poiché è attraverso l'arte e la creatività che potremo riconquistare quelle emozioni dal vivo che ci permetteranno la riconnessione piena con gli altri.

 

Il pensiero laterale più ricorrente di queste settimane?

Ricoprendo un ruolo istituzionale, mi chiedo spesso se la mia azione dentro le istituzioni stia portando a qualche cambiamento e se tutto questo avrà poi un impatto positivo per l'Italia. Mi piace pensare che anche una goccia in mezzo all'oceano possa in qualche modo rappresentare un elemento di rottura, dunque di fiducia e speranza affinché altre persone prendano coraggio e decidano di sfidare l'apparente immobilismo che caratterizza l'Italia, soprattutto sul piano politico.

 

Una lezione imparata anni fa e che racconteresti ad una platea di studenti?

La lezione più grande che ho imparato nel tempo è quella di non dare mai nulla per scontato, e quindi lottare ogni giorno per essere migliori e per fare qualcosa in più per gli altri. Restare troppo a lungo nella propria confort zone rende spesso incapaci di osservare il mondo con occhio critico e propositivo, quindi quello che direi a degli studenti è di provare ogni giorno a prendersi un pochino in contropiede. Non smettere mai di credere che qualcosa sia possibile, perché tutto si può fare se riusciamo a combinare la fiducia in noi stessi con quella negli altri.

 

L'ultima volta che hai riso?

Il giorno di Natale con un paio di amici davanti ad un gioco da tavolo: TABÙ. Sono state risate spensierate e di cuore che solo gli amici veri sono in grado di farti fare. Mi sono sentita libera e piena di energia.

 

Una cosa che non hai ancora fatto ma che prima o poi farai?

Non lo so, e ho deciso che preferisco non saperlo. Nella mia vita ho sempre fatto tutto quello che desideravo o comunque mi sono impegnata affinché ogni mio sogno potesse diventare realtà. Ma sono andata avanti un sogno alla volta. Quando questa esperienza politica sarà finita, penserò al prossimo da realizzare.

 

Anna-Laura ORRICO sognare

La foto scelta da Anna Laura: sognare con Francesco Lappano, artista che lavora nel campo della danza (2017)